dico la mia

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dopo quasi 6 mesi qui credo di aver abbastanza esperienza per poter dire la mia. no non dirò cosa fare appena atterri o se ti serve sapere l’inglese per vivere in Australia, per quello è già pieno di disadattati su tiktok.

in questo periodo ho avuto tempo e modo per poter osservare, riflettere e, soprattutto, sperimentare sulla pelle quest’esperienza con questo tipo di visto. mi sono confrontato con persone nella mia stessa situazione, con studenti da ogni parte del mondo e con australiani, trovando similitudini e differenze nei percorsi di ognuno.

detto ciò sentivo il bisogno di doverle mettere nero su bianco. sia per dire la mia (chi mi conosce sa), sia poter dare un quadro generale a chi, magari, ha intenzione di prendere un percorso simile.

stile di vita

il ‘lifestyle australiano’ da lontano sembra molto più bilanciato rispetto a quello italiano. meno ore di lavoro a favore di più tempo libero, dedicato allo sport, al benessere a alla cura di sè. ed è effettivamente così.

se sei residente.

questo perché dopo un bel po’ di mesi la difficoltà (di chi non si accontenta, sottolineo) è quella di adattarsi a uno stile di vita ‘stabile’. i continui cambi di lavoro, casa e abitudini difficilmente ti portano ad avere una routine chiara in cui sviluppare hobby e passioni. sicuramente ho più tempo libero rispetto a prima per fare sport o vedere amici, ma spesso, per esempio, questo tempo libero non combacia con le persone che frequenti e passi molto tempo da solo. oppure questo tempo libero viene impiegato per migliorare eventuali situazioni lavorative o una sistemazione migliore.

la maggior parte (se non la totalità) delle persone che conosco è assunta in modo casual e di conseguenza licenziabili da un giorno all’altro senza preavviso. o ancora, vivono in subaffitto senza contratto e possono trovarsi senza un letto da una notte all’altra.

è una continua lotta di sopravvivenza in cui, ed è questa la parte che più mi piace, ti godi ogni singolo momento che ti sembra di vita ‘normale’ come una passeggiata in centro, un tramonto o un mate (o tutte e 3 insieme perché hai mezz’ora di pausa).

mate

lavoro

no non ti dirò quanto si guadagna e quanto costa la spesa qui.

comunque, è innegabile che le opportunità di lavoro rispetto all’Italia sono molte di più. io, come tanti altri, ho cambiato tantissimi lavori e nel giro di poco tempo, come accennato in qualche altro post basta davvero essere un po’ svegli e sicuri di sè (o almeno fingere, dai). un’altra cosa sicuramente facile e che aiuta in ciò (che magari per alcuni è difficile) è essere buoni. per esempio, l’ultimo lavoro che ho ottenuto è stato grazie a un ex collega che mi ha proposto al suo manager in un momento di ricerca personale. senza che io gli chiedessi nulla e ‘solo’ perché avevamo speso del buon tempo lavorando insieme. siate gentili e il mondo, prima o poi, lo sarà con voi.

ora però arriva la polemica.

è vero che gli stipendi qui sono più alti rispetto all’Italia, ma a meno che tu non sia specializzato in qualcosa difficilmente con un solo lavoro raggiungerai abbastanza ore per poter vivere in modo decente. motivo per il quale ho sempre fatto e tutt’ora faccio 2 lavori. più volte ho provato a chiedermi il motivo di questo modus operandi, più volte ho chiesto a colleghi il loro parere e la risposta più semplice che mi sono dato è una: i manager non sono scemi. sanno che la paga, anche se minima, è alta e l’unico modo per ‘tagliare’ i costi è assumere tante persone e farle lavorare poco, a turno.

non voglio criticare il sistema anche perché si tratta di qualcosa di più grande di me e di cui, onestamente, mi frega un cazzo. in questi mesi ho lottato per arrivare a far combaciare i 2 lavori e raggiungere una paga decente e, per quanto dura, è stata una prova di maturità. fortunatamente i due posti sono distanti tra loro ma vicini allo stesso modo da casa mia, cosa che mi permette di arrivare a casa, mangiare una banana e ripartire (con una vista niente male).

st. kilda beach

relazioni umane

questo tasto credo sia il più delicato. quando ero in italia a fantasticare mi immaginavo un’esperienza in cui avrei conosciuto tanta gente proveniente da tutte le parti del mondo. ed è così. soprattutto in questa città c’è una forte presenza europea e sudamericana (oltre che..) e ho davvero parlato con persone provenienti da paesi di cui nemmeno sapevo l’esistenza (tipo il Nepal).

l’aspetto che, però, ha più ‘deluso’ le mie aspettative è la qualità dei rapporti umani che si creano. ho avuto la fortuna di conoscere alcune persone in modo più profondo e che oggi considero amici. ma sono molte, molte di più le relazioni superficiali che si vanno a creare.

mi spiego meglio: come ho detto altre volte qui ognuno è di passaggio e traccia la propria rotta. finito il periodo in ostello in cui conosci persone diverse ogni giorno, inizia la vita vera. la routine casa-lavoro e di conseguenza i rapporti creati occasionalmente finisco per rimanere lì dove sono. e probabilmente è anche giusto così. quest’esperienza è temporanea come i rapporti che crei. il legame affettivo è ciò dura per sempre e crea ponti in giro per il mondo.

il messaggio che voglio vi arrivi (a tutti e 3) è che non sto assolutamente paragonando queste 3 categorie ai corrispettivi in Italia. i due paesi sono impossibili da paragonare per diverse motivazioni. banalmente, in uno ci nasci, ci cresci e ti si plasma addosso. qui si è di passaggio e ogni giorno è unico. per questo motivo non sto sprecando un secondo e mai lo farò a dire quale sia meglio e quale peggio. di persone noiose che paragonano stipendi, persone e altre cagate ne è pieno il mondo.

io sto pensando solo a vivermela, a scoprire ogni giorno qualcosa di nuovo, a osservare e ascoltare ogni singola persona che incontro e a godermi un qualcosa che è sì di passaggio, ma resterà sempre con me.

chinatown

grazie se hai letto fino a qui e, se ti va, lascia un commento! a presto 🙂

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ely
ely
2 mesi fa

vivitela che fai bene❤️