oggi sono esattamente due mesi che sono atterrato in Australia. rispetto al primo mese sono cambiate un po’ di cose, soprattutto per quanto riguarda il mio adattamento.
ho finalmente cambiato lavoro, sono riuscito a scappare dal settore dell’hospitality. dopo l’ennesima serata passata dentro a quel ristorante (che ringrazio ma a mai più) ho deciso di farmi un giro nei vari centri commerciali (ogni 100 metri c’è un Le Gru) per cercare un lavoro nel retail e, fortuntamente, nel giro di un giorno ho ottenuto un colloquio.
il negozio in questione è la FILA. credo di aver fatto colpo sul manager sia per avergli detto di aver lavorato alla Nike in Italia (lol) sia perché sua moglie è italiana e that’s it: un contratto con meno ore rispetto al ristorante ma con la paga più alta. tutto perfettamente bilanciato (semicit. Thanos/Andy).
con questo tipo di lavoro riesco a godermi di più le giornate perché al massimo finisco alle 6, riesco ad andare in palestra/correre (unico modo per sopperire la mancanza del mio caro futbol) e a organizzarmi meglio il mio tempo libero.
fun fact: pensavo di scappare dagli indi4ni una volta sfanculato il ristorante, poi scopro che letteralmente il 90% dei clienti proviene da lì, aiuto.
dopo questo breve aggiornamento, mi sembra doveroso tornare alla rubrica dei top e dei flop.
top
natale a capodanno con 30 gradi e 10 ore prima dell’Italia è stato tanto strano quanto figo.il mio pranzo di natale sono state delle pizze d’asporto rivedibili e poi subito di corsa a lavoro che ancora ero legato al ristorante (terribile ma comunque nelle public holidays la paga è doppia, me lo sono accollato). per capodanno abbiamo cenato a casa nostra con amici, siamo andati a vedere i fuochi sparati direttamente dai grattaciali e abbiamo chiuso la serata in un locale veramente, ma veramente, australiano. tutto profumava (o puzzava, vedete voi) di birra, musica molto hipster e personaggi incredibili.
un aspetto davvero positivo è la mia attuale routine. mi sto costruendo uno stile di vita che, seppur temporaneo, si avvicina molto a quello che vorrei per sempre. lavoro regolarmente (ma neanche troppo), mi alleno altrettanto (fin troppo) e mangio bene, anche perché o cucino o spendo 25 dollari per un hamburgher di infima qualità. inoltre, riesco a ritagliarmi del tempo per continuare a studiare per il mio lavoro vero, che tanto vero non so quanto sia anche perché l’ho fatto per nemmeno un anno.
ho anche iniziato a bere il mate grazie a un amico argentino e devo dire che è veramente buonissimo. in più mi ricorda i vecchi tempi alla Paredes.
ah, a proposito di stile di vita sano, ho trovato il deal con il tabaccaio di fiducia: 50 grammi a 30 dollari, qualità discreta. grazie chiunque tu sia.
ultimo ma non per importanza l’Australian Open. ora che sto scrivendo non sono ancora finiti, ma sono riuscito ad andare all’evento e vedere un match (Shelton vs Musetti) alla modica di 49 dollari (30 euro). l’evento è veramente ‘australiano’: pieno di birra, attività extra tennis e persone con delle vibes da festa. l’ho trovato più simile a un festival che a un torneo sportivo, ma forse è proprio questo che lo rende bellissimo. Shelton dal vivo tira delle mazzate ingiocabili.
in tutto ciò, prima di entrare nell’arena giusta, io e il mio agente Ale (se leggi ancora sto pensando alle gambe alla Insigne) abbiamo fatto 45 minuti di coda sotto 700 gradi per entrare nell’arena sbagliata, per vedere neanche un punto dato che appena abbiamo messo piede dentro un giocatore a noi sconosciuto è svenuto. GG.
flop
tra i flop che posso trovare ce ne sono due in particolare.
il primo è riferito al fatto che il mio lavoro attuale è ‘banale’ e, a volte, noioso. nei momenti morti ho molto tempo in cui pensare e stare da solo con me stesso. chi mi conosce sa bene che nelle mie giornate no è un problema. sto cercando comunque di ripulire il cervello e, come consigliato da chi sicurmente leggerà questo post, piuttosto che continuare a spremere il cervello guardando avanti, guardarmi ogni tanto indietro e riconoscere il valore di ciò che ho fatto fin ora. e sì, sono parecchio orgoglioso di me anche quando combatto contro il mio cervello.
il secondo e ultimo flop è, più che altro, una riflessione. il mio lato critico sente il bisogno di dire che la differenza generazionale tra me e i più giovani si fa sentire. mi spiego meglio. sono fortunato a vivere con il socio cileno che ha 28 anni e a frequentare, tra italiani e non, persone della mia età. anche perché quelle poche volte che mi sono ritrovato a parlare con altre persone più giovani mi sono sentito allibito da alcuni discorsi.
per esempio, io per primo ho voluto aprire un blog per poter raccontare cosa mi succede e cosa mi piace, ma per favore evitare di fare tutti gli stessi contenuti partendo da ‘cose che nessuno vi dice sull’Australia’ perché:
- sono letteralmente cose che, al contrario, dicono tutti;
- tutti i video sono identici;
- di Nicolò Balini ce n’è uno.
non voglio assolutamente criticare chi decide di raccontare la propria esperienza sui social, ho conosciuto personalmente persone con dei bellissimi progetti e so quanto possa essere utile sfogarsi con qualcuno dietro uno schermo.
il mio inutile e non richiesto consiglio è prorpio quello di differenziarvi. non state a fare a gara a chi ce l’ha più lungo dicendo che vi pagano 100 dollari l’ora per accarezzare i canguri o a fare i saccenti dicendo che la spesa costa di più ma lo stipendio è più alto. lo sappiamo tutti e, soprattutto, tolti i 3 secondi di scrolling su tiktok, non frega a nessuno.
sfumazzata finita.
grazie se hai letto fino a qui e se ti va, lascia un commento! a presto 🙂
Mi sembra un ottimo consiglio 😜
Ottimo!!
Belle riflessioni, critico con gli altri e con te stesso, continua li tuo percorso e non lasciarti influenzare dalle cose negative 💪
Così tanto orgogliosa di te .. ❤️
Daje🫶🫶🫶