questi ultimi 10 giorni credo siano stati i più stressanti da quando sono arrivato. un’altalena di emozioni ovviamente amplificate dalla distanza da casa e dagli affetti più stretti. per questo motivo ho deciso di cambiare rotta e, soprattutto, mentalità.

domani sarà il mio utlimo giorno alla FILA perché questo lavoro ha letteralmente usurato il mio cervello. dopo le prime shifts in cui ero contento di poter sperimentare il settore del retail all’estero ho compreso che non è cazzo mio, o meglio, non in questo modo. il negozio è all’interno di un outlet, di conseguenza non c’è una vera e propria vendita assistita in cui, in qualche modo, devi interagire e vendere un prodotto, bensì sei un robot che all’arrivo dell’indi4no di turno (sì son ripetitivo lo so) che ti chiede ‘can you give me her size?’ (da leggere con il loro accento) come se io sapessi solo guardando il piede della povera figlia il numero di scarpe, prende una scatola e gliela consegna. that’s it, nulla di più.

ho resistito per poco più di 2 mesi per via della paga relativamente alta ma ora sono al limite. ho lasciato l’Italia perché facevo un lavoro in cui 7,30h su 8 guardavo gli highlights della Serie A e passavo le giornate a guardare l’orologio e di certo non occuperò più il mio tempo qui a fare qualcosa che non mi piace.

questo lavoro mi ha quasi portato a odiare in qualche modo Melbourne perché non facevo altro che passeggiare per il negozio e pensare. pensando ogni giorno sempre di più ad andarmene da qui, a ricominciare da capo in un’altra città e così via, sovraccaricando il mio cervello fino a esplodere e prendere questa decisione.

ovviamente non diventerò un janky (anche se alcuni non se la passano male) e ho già trovato un piano B. un lavoro che finalmente mi fa star bene e mi stimola ad andarci col sorriso.

ho iniziato a lavorare in un ristorante davvero bello vicino a casa che si chiama ‘Officina Gastronomica Italiana’, una chicca in una zona chic di Melbourne che produce e vende solo prodotti italiani. ciò che più mi piace è il team: il manager è davvero simpatico e super attivo, i colleghi sono tutti con il mio stesso visto (chi ha vissuto quest’esperienza sa quanto questo dettaglio fa la differenza) e le vibes del posto sono davvero rilassanti. uno di quei ristoranti da quadrilatero romano, per intenderci amici torinesi.

la cosa che più mi piace del lavorare qui è che da subito ho ricevuto delle responsabilità: rispetto al primo ristorante in cui ho lavorato in cui dovevo solo ed esclusivamente portare i piatti al tavolo, qui devo interagire con i clienti per tutta la durata del servizio. e poi l’apron è veramente figo.

detto ciò, credo che questo cambio di rotta possa concedermi un attimo di respiro e di sollievo per potermi godere di più questa città che sono arrivato quasi a schifare per via dello stato d’animo provocato dal lavoro precedente.

tutto sta nelle persone e nei rapporti che hai con esse. i miei ex colleghi erano tutti studenti e orientali, qui l’opposto e finalmente mi sento ‘a casa’. e per la prima volta vado a lavoro col sorriso (sì, io, allergico al lavoro da quando sono nato).

infine, ho una sorpresa.

alcuni dei miei amici più stretti già lo sanno ma non riesco più a tenerlo nascosto. questo weekend lavorerò come food & beverage attendant al Gran Prix di Melbourne (per gli ignoranti come me la formula uno). sono davvero elettrizzato dall’idea di lavorare per un evento di una portata così grande. ancora oggi non so bene come ci sono finito dentro, ma a evento finito ci dedicherò un articolo a parte per raccontarvi come ci sono finito dentro e perché, a meno che non mi caccino, sarà una di quelle esperienze che fai una volta sola nella vita. se becco tipo Messi nella sezione in cui lavorerò mi viene un infarto all’istante.

grazie se hai letto fino a qui e se ti va, lascia un commento! a presto 🙂